Il Futuro della valutazione delle competenze

Il futuro della valutazione delle competenze

La rivoluzione silenziosa della tecnologia nell’HR

Immagina un mondo in cui le competenze delle persone non vengono misurate da test scritti o esami, ma attraverso l’osservazione continua e l’interazione quotidiana con strumenti digitali. Un mondo in cui i responsabili delle risorse umane non devono più cercare il “giusto talento” attraverso pile di curriculum, ma possono vedere le capacità di una persona emergere naturalmente attraverso l’uso di tecnologie avanzate. Un mondo in cui ogni individuo può esprimere il proprio potenziale senza la pressione di una valutazione formale.

Questo futuro non è lontano. Come diceva Steve Jobs, “la tecnologia da sola non basta. È la tecnologia sposata con le arti liberali, con le discipline umanistiche, che ci fa ottenere i risultati che fanno cantare il nostro cuore“. Oggi, questa convergenza sta trasformando il modo in cui gestiamo le risorse umane e valutiamo le competenze delle persone, portando una rivoluzione silenziosa che cambierà per sempre il panorama del lavoro.

Valutazione continua e senza test: Il potere dell’AI e dei Big Data

Nell’era digitale, le competenze di una persona non sono più statiche. Grazie all’intelligenza artificiale (AI) e ai Big Data, le tecnologie possono osservare e analizzare le interazioni quotidiane di un individuo con il proprio ambiente lavorativo, fornendo una valutazione continua delle sue abilità. “Non puoi gestire ciò che non puoi misurare“, ha detto Peter Drucker, uno dei padri fondatori del management moderno. Ma cosa succede se possiamo misurare tutto ciò che facciamo, in modo invisibile, naturale e continuo?

Piattaforme come Humanyze stanno già utilizzando sensori e dati per tracciare la comunicazione, la collaborazione e l’efficienza all’interno delle organizzazioni. Analizzando queste interazioni in tempo reale, è possibile comprendere meglio le competenze dei dipendenti senza dover ricorrere a metodi tradizionali. Gli algoritmi possono rilevare i pattern che indicano competenze trasversali, come la leadership o la capacità di risolvere problemi complessi, senza che queste persone debbano mai compilare un questionario o sostenere un test formale.

Skill Mapping attraverso l’apprendimento autonomo

Oggi, l’apprendimento non si ferma mai. L’evoluzione tecnologica ci ha fornito strumenti che tracciano costantemente il nostro progresso, apprendono dai nostri comportamenti e costruiscono un profilo delle nostre competenze in modo automatico. Pensiamo a piattaforme come Degreed o LinkedIn Learning, che monitorano ciò che leggiamo, i corsi che seguiamo e i progetti che completiamo. Questi strumenti ci permettono di vedere l’evoluzione delle competenze in tempo reale, generando mappe delle competenze che vengono continuamente aggiornate.

Immagina un futuro in cui il tuo “profilo di competenze” è sempre attivo e viene alimentato dai tuoi successi quotidiani. I responsabili HR non avranno bisogno di chiederti cosa sai fare: lo sapranno già, osservando il modo in cui ti comporti e come interagisci con gli strumenti digitali della tua azienda. Come affermava Richard Branson: “Addestra le persone così bene che possano andarsene, trattale così bene che non vogliano farlo“. Questo approccio basato sui dati offre alle aziende una visione più completa e dinamica delle abilità di ciascun individuo, consentendo una gestione delle risorse umane più accurata ed empatica.

La fine dei test e l’ascesa dell’osservazione comportamentale

Se vuoi costruire una nave, non radunare gli uomini per raccogliere legna, dividere i compiti e dare ordini, ma insegna loro la nostalgia per il vasto e infinito mare,” scriveva Antoine de Saint-Exupéry. Questo è l’approccio che le tecnologie avanzate stanno portando alla gestione delle competenze: non si tratta più di testare abilità tecniche specifiche, ma di osservare e nutrire l’innata capacità delle persone di imparare, crescere e adattarsi.

Ad esempio, Pymetrics utilizza giochi neuroscientifici per valutare le competenze cognitive e comportamentali, eliminando del tutto l’esigenza di test formali. Analizzando come una persona risponde a determinate situazioni, è possibile determinare la sua capacità di affrontare il cambiamento, di risolvere problemi in modo creativo o di lavorare in team. Questi strumenti, attraverso tecniche di gamification, stanno ridisegnando il concetto di valutazione delle competenze, rendendolo più naturale e meno stressante per i candidati e i dipendenti.

Tecnologie predittive e AI: Le competenze del futuro

Il grande vantaggio delle tecnologie basate sull’AI è che possono non solo valutare le competenze attuali, ma anche prevedere quelle future. Con l’analisi predittiva e i dati comportamentali, i leader delle risorse umane possono anticipare quali competenze saranno necessarie nei prossimi anni e preparare i loro team di conseguenza.

Eightfold AI, una piattaforma di gestione dei talenti, utilizza l’AI per analizzare non solo le competenze attuali dei dipendenti, ma anche per suggerire percorsi di crescita futuri. Questa tecnologia permette di identificare i gap di competenze all’interno dell’organizzazione e di proporre piani di formazione personalizzati che aiutano i dipendenti a prepararsi per i ruoli che ancora non esistono. Come affermava Alvin Toffler: “Gli analfabeti del 21° secolo non saranno quelli che non sanno leggere o scrivere, ma quelli che non sanno imparare, disimparare e reimparare“.

La nuova gestione delle risorse umane: empatia e precisione

Le risorse umane non saranno mai più le stesse. Le tecnologie stanno portando un cambiamento radicale nel modo in cui gestiamo il talento, rendendo il processo più preciso e, allo stesso tempo, più umano. Invece di affidarsi a test standardizzati, i leader HR potranno osservare l’evoluzione naturale delle competenze attraverso l’interazione costante con l’ambiente di lavoro. Le persone non verranno più etichettate in base a un unico momento di valutazione, ma saranno riconosciute per il loro percorso di crescita continua.

In questo nuovo paradigma, la gestione delle risorse umane sarà basata su una combinazione di dati e intuizione, tecnologia e empatia. Come disse Steve Jobs: “La gente non sa cosa vuole finché non glielo mostri“. Le tecnologie che stanno emergendo oggi ci stanno mostrando come il futuro delle competenze non riguardi più i test, ma l’esperienza viva e dinamica di ciascun individuo.

La valutazione delle competenze diventerà un processo fluido e continuo, che rispetta il ritmo di crescita personale e che offre alle persone opportunità di sviluppo che non si fermano mai. Non ci saranno più limiti, né etichette: solo il vasto e infinito mare delle possibilità.

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Pubblicato da
Orazio Stangherlin
27 Settembre, 2024

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